giovedì 2 luglio 2015

Inquinamento: è la casa il luogo più nefasto, altro che la città!




Chi lo direbbe, scappiamo dalle città inquinate, qualcuno addirittura si protegge con le mascherine davanti alla bocca per scongiurare folate di smog e gas inquinanti nelle ore più congestionate della giornata in pieno centro, ci rifuggiamo in casa e… Ritroviamo fra le quattro pareti domestiche tanti inquinanti da fare invidia alle aree industriali delle nostre metropoli. Incredibile ma vero, pensate si stia esagerando? Assolutamente no, provare per credere!



Ma quali sono i maggiori responsabili dell’inquinamento domestico? Possibile che piacevoli e apparentemente innocui sistemi per rendere la nostra casa più accogliente, attentino così pesantemente alla nostra salute? Perché se abbiamo imparato che il fumo di sigaretta fa male ed è nefasto se si sprigiona all’interno delle nostre case, potevamo mai immaginare che il dolce e caro camino sempre acceso d’inverno finisce per risultare peggiore di una ciminiera di un alto forno all’aperto? Si può solo lontanamente immaginare che l’aria orientaleggiante che volteggia, spinta dalle correnti delle finestre socchiuse e sprigionata dal suggestivo incenso, alla lunga, può avere gli stessi effetti o quasi che si hanno sniffando direttamente il un tubo di scappamento di un’auto di vecchia generazione ferma al semaforo?

E allora? Spegniamo incenso e camini,  evitiamo di non fumare in  casa e vivremo al massimo della salubrità all’interno del nostro focolare domestico certi di non ammorbarci e di vivere tranquilli? Macchè, occhio al ripostiglio dove cataloghiamo con maniacale cura i flaconi di detersivi per la pulizia della casa e inorridiamo al solo guardarli, visto che  i tassi di inquinanti schizzano in alto come fossimo all’interno di un laboratorio chimico di ultima generazione e che dire dei nostri mobili che emanano quel delizioso profumo di legno stagionato. Sarà vero legno o è solo trattato con potenti vernici, collanti e abrasivi che aviluppano i nostri polmoni e li stringono tenacemente sprigionando allergie e chissà quale altra catastrofe patologica? Sarà, anzì è proprio così e se ancora tutto ciò non dovesse bastare, occhio a dove mettiamo i piedi, se in casa abbiamo la moquette, stiamo camminando su un tappeto nefasto, pronto a irradiare gas venefici ad ogni nostro calpestio, a piedi nudi forse rischiamo pure di non arrivare vivi dall’altra parte della casa!



Ovviamente abbiamo estremizzato questi concetti, anzi sicuramente per farlo abbiamo volutamente creare terrorismo psicologico in chiave ironica, per esorcizzare le nostre paure, ma stando dietro ad una ricerca condotta dall’ormai famoso Altroconsumo all’interno di quattordici appartamenti a Roma, Milano e Genova, non è che si possa stare tanto più tranquilli. Basta leggere le dichiarazioni di coloro che hanno condotto l’inchiesta quando spiegano che,  Non si tratta di valori particolarmente elevati ma, come sostiene l’Organizzazione Mondiale della sanità, non esiste un limite al di sotto del quale l’esposizione al benzene non comporta rischi per la salute”, per capire che il problema esiste. Da un lato è il rischio è legato alla possibilità di un’esposizione molto bassa ma prolungata nel tempo, dall’altro c’è il pericolo di esposizione a picchi elevati di benzene, come nel caso dei fumatori. A questo va aggiunto il danno cronico provocato dagli agenti inquinanti presenti in casa e provenienti da diverse sorgenti. Quali sono? Le fonti sono diverse e comprendono fumo di sigaretta o di combustione (camini, stufe, candele e incensi), prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa e prodotti usati per lavoro o hobby – come antiparassitari,colle, adesivi, solventi, stampanti e fotocopiatrici. Ci sono poi i materiali da costruzione (pavimenti, rivestimenti, vernici, soprattutto nelle prime settimane) e gli arredi nuovi, i mobili (spesso contenenti formaldeide, legno truciolato, compensato oppure trattati con antiparassitari), come pure la moquette.

Spiega l’associazione: “La loro concentrazione può variare nel tempo e dipende da dove provengono, dalla ventilazione della casa, dalle abitudini e dalle attività svolte all’interno delle mura domestiche. L’aria all’interno di un’abitazione è spesso composta da una miscela di sostanze molto variabile. A volte all’interno ci sono concentrazioni di inquinanti superiori a quelli presenti nello stesso momento fuori dagli ambienti chiusi, oppure si trovano sostanze chimiche non rilevabili all’esterno”. Una delle prime precauzioni da prendere è semplice: ridurre le sorgenti di inquinamento aerando gli ambienti (e facendo attenzione al livello di inquinamento del luogo in cui si vive: il ricambio dell’aria va fatto nelle ore di minor inquinamento). Aggiunge Altroconsumo: “Anche se a basse concentrazioni la presenza di contaminanti negli ambienti chiusi può avere un importante impatto sulla salute e sul benessere di chi ci abita, soprattutto perché passiamo molte ore al chiuso. Per questo motivo sarebbe necessario un monitoraggio anche dell’inquinamento domestico, ma ci vorrebbe anche un’etichetta ambientale dei prodotti e degli standard di riferimento per fornire un’informazione corretta che permetta di scegliere un prodotto al posto di un altro”.



A questo punto ci siamo fatti delle domande e abbiamo trovato le risposte. Vuoi vedere che il nostro Governo sta tassando all’inverosimile le nostre case per farci del bene al punto da abbandonarle? La nascita di tendopoli in alcune aree delle nostri metropoli lo dimostrerebbe, provate ad accendere il camino dentro una tenda, impossibile, dunque è tutta salute non stare davanti al camino ed è sicuramente meglio respirare a pieni polmoni l’aria pulita e cristallina dei nostri centri urbani, insomma, un  regalo che fino adesso non abbiamo avuto modo di apprezzare da parte di chi ci governa senza capire che tante tasse sulla casa servivano solo a farci star meglio!

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